Era il 30 settembre 1931. Gli erbesi Giuseppe Nava e Giuseppe Sangiorgio scalarono la “Parete Maria” al Buco del Piombo, una delle grotte più conosciute e visitate in Lombardia e in Italia settentrionale nei decenni scorsi. I due furono i primi in assoluto ad arrampicare su quella parete, che si apre maestosa sopra la città di Erba. A dimostrarlo è la documentazione in possesso del nipote Gianpaolo Colombo, che riproduciamo all’interno dell’articolo: una cartolina dell’epoca che evidenzia il luogo dove i due protagonisti, che erano grandi amici, apposero una targa di metallo a testimonianza dell’impresa. L’ascesa venne effettuata utilizzando attrezzature rudimentali, in parte prodotte dallo stesso Nava.
Ora che si parla di riportare turisti e visitatori alla grotta del Buco del Piombo, e considerata la recente apertura in loco di una nuova via di arrampicata da parte dei Ragni di Lecco, è doveroso ricordare chi, quasi un secolo fa, senza farsi pubblicità aveva inaugurato le scalate nella suggestiva area erbese.
Giuseppe Nava era nato nel 1909 a Erba Incino: da tre anni così si chiamava il Comune prima dell’unificazione delle altre frazioni nel 1927-28, che avrebbe portato alla nascita di Erba. Di professione metalmeccanico e tornitore, Nava ha lavorato anche all’Alfa Romeo, dove si è occupato tra l’altro della preparazione di motori per le corse automobilistiche. Per qualche anno, dopo la seconda guerra mondiale, ha vissuto in Germania. La sua vita è stata lunga: è morto nel 2003 all’età di 94 anni. Sposato con Francesca Galli, ha avuto tre figli. La famiglia è numerosa, formata da nipoti e pronipoti.
Era una persona che coltivava svariati interessi. A cominciare dalla montagna: amava scalare, oltre che le gite insieme ai soci del Cai. Praticava lo sci e il nuoto: partecipò anche a una nuotata invernale nel Naviglio a Milano. Era attirato dalle grotte e più volte vi si era addentrato con lo speleologo erbese Marco Bomman. Coltivava l’hobby della scultura, lavorando il legno: una volta in pensione, preparava mobili e cassapanche con decorazioni particolari. Gli piaceva anche dipingere e non disdegnava la buona tavola. Un personaggio eclettico, che credeva molto in quello che faceva e, sia nel lavoro sia nel tempo libero, voleva che le cose fossero realizzate a regola d’arte.
Massimo Galli